Storia di
Bisacquino
Nei
luoghi a valle dove oggi sorge il paese di Bisacquino, l’esercito romano vi
aveva costruito un campo militare durante la prima guerra punica, tra il 264 a .C. ed il 241 a .C., possibilmente per
la presenza di alcune sorgenti di acqua potabile che scaturivano dal suolo.
Questa
tesi è avallata dal fatto che a Bisacquino, sono stati rinvenuti nascosti
dietro una parete, numerosi assi e semissi romani emessi dalla zecca di
Panormos, che servivano come paga per i soldati, impegnati nella citata guerra
contro i cartaginesi e poiché queste monete presentano una concentrazione
intorno alla metà del II secolo a.C., questa data rappresenta il termine nel
quale furono occultate.
Con
la partenza dei soldati il campo venne abitato da pastori e contadini, che
lasciata l’antica città di Trione, fondata dagli Elimi. successivamente alla
guerra di Troia che si concluse nel 1250 a .C., per il periodo di tranquillità e di
pace che si era realizzato per la cosiddetta pax romana si erano spostati a valle.
Nel
seicento dopo Cristo il pontefice Gregorio Magno riconobbe sei monasteri di
suore benedettine in Sicilia, di cui uno a Corleone e uno a Bisacquino. Questo
si ricava, da una pergamena del Rollo datata 1179, con la quale vengono fatte
da parte del re normanno Guglielmo II di Altavilla delle donazioni alla
costituenda Diocesi di Monreale.
Il 18 giugno dell’anno 827 una guarnigione araba, composta
di circa diecimila soldati che avevano come comandante in capo Asad ibn
al-Furat, mosse nei pressi di Mazara un primo attacco contro i
bizantini, occupando la città di Marsala. Ci volle del tempo prima che i
saracini conquistassero tutta la
Sicilia ; essi pervennero nel territorio di Bisacquino circa
l’anno 840.
Il
primo documento che attesta l’esistenza del complesso di Battelaro che si trova
nel territorio di Bisacquino si deve all’Idrisi, intorno al 1154, che parla di
questo castello primitivo << che
univa all’antichità della costruzione la bellezza e la validità alla difesa
>>. Nel 1178 il Re Guglielmo II concesse alla Chiesa di Monreale nella
persona del suo titolare l’abate Teobaldo e dei suoi successori il casale di
Battellaro.
Nell’anno
1060 il conte Normanno Ruggero d’Altavilla tentò di occupare la Sicilia con un minuscolo
esercito ma non vi riuscì. Dopo circa dieci anni vi riprovò di nuovo e questa
volta grazie all’aiuto dei cristiani nascosti nella foresta, realizzò
l’impresa. Nell’anno 1130 il suo successore Ruggero II fu incoronato Re della
Sicilia.
La
terra del Busacchino, insieme con quelle di Kalatrasi e di Racalmuto furono
assegnate alle famiglie dei Malcovenant. Al tempo
del Re Guglielmo II Roberto Malcovenant lo diede in dote all’unica figlia
Maria, la quale per sposare Ruggiero di Tarsia fu obbligata a donare al Re “la
terra del Busacchino”: Guglielmo II così ne diede il pieno possedimento alla
Mensa Arcivescovile di Monreale allora costituita.
Bisacquino
fu la prima città a essere sotto la Mensa Arcivescovile
di Monreale per questo l’Arcivescovo della Diocesi aveva il titolo feudale di
Signore di Montis Regalis e Arcivescovo di Busacchino. Titolo con il quale
aveva il terzo posto nel parlamento siciliano.
Le
camperie erano i luoghi di riferimento dell’Arcidiocesi: Monreale, Bisacquino,
Piana dei Greci, Balletto, Alcamo e Calatrasi. Sotto la camperia di Busacchino
vi erano nove grandi feudi più altri minori. Bruca, Tarucco, Roselle, Montagna
dei Cervi, Galvagno, Gulfo, Gibilicanna, Raia, San Blasi o Terrusio.
Saverio
Di Vincenti