Decano Don Lino Di Vincenti
Girando per le vie del
centro storico di Bisacquino, caratterizzato da strade strette, vicoli e
cortili, si vedono ancora i segni di generazioni passate che vi hanno vissuto.
Nelle vie del centro storico, allora abitava gran parte della popolazione,
erano case antiche, la cui storia si leggeva tra quelle mura. In una di queste
case, in via Savoca, nacque, il 22 luglio del 1936, il sacerdote don Pasquale
Di Vincenti, conosciuto, generalmente, con il nome di Lino. I genitori Giuseppe Di Vincenti e Giuseppina
Giovinco hanno già, quattro figli: Antonino, Calogero, Maria e Luigi.
Nel mese di ottobre del
1939, il fratello Calogero entra nel seminario arcivescovile di Monreale, ed il
4 aprile del 1948, nella cattedrale di Monreale, riceve l’ordinazione
sacerdotale dalle mani di Monsignor Ernesto Eugenio Filippi. La prima
assegnazione per don Calogero, è come cooperatore parrocchiale della chiesa
madre di Cinisi, dedicata a Santa Fara, dove va ad abitare anche lui, che
inizia a frequentare la scuola media.
Il 24 agosto del 1941,
muore all’età di 61 anni, l’arciprete di Bisacquino, il decano Giovanni Bacile;
alla cui scuola, il fratello Calogero aveva maturato la sua vocazione
sacerdotale. Mons. Giovanni Bacile ha il merito di avere fatto costruire la
cupola della Matrice.
Sono anni difficili e di
povertà per la popolazione locale a causa della guerra.
Il primo novembre del
1949, il fratello Calogero, è nominato parroco della parrocchia Santa Rosalia
nel paese di Montelepre, dove anche lui va ad abitare. A Montelepre allora vigeva il coprifuoco, in quanto era stato
istituito il “Comando forze repressione banditismo", contro la banda di Salvatore Giuliano, a
seguito della strage di Portella delle ginestre. Sono gli anni in cui i
contadini rivendicano una diversa distribuzione delle terre coltivabili da
parte dello Stato.
Nel 1950, muore la madre
Giuseppina Giovinco, a soli cinquantadue anni d’età. Nel periodo di Montelepre,
matura la decisione di entrare in seminario.
Il nove febbraio del 1952,
il fratello Calogero, è nominato Arciprete - decano di Bisacquino da Monsignor
Francesco Carpino divenuto Arcivescovo di Monreale nel 1951.
A causa della mancanza di
lavoro in paese, alcune famiglie emigrano in America, di più in Venezuela e
negli Stati Uniti.
Il 19 agosto del 1956, il
corpo di Monsignor Giovanni Bacile è portato in processione dal cimitero di
Bisacquino in chiesa madre, dove viene allestito un sepolcro con marmi pregiati,
nella cappella della Madonna di Lourdes.
Gli anni del seminario
trascorrono sotto la guida di preparati insegnanti, tra i quali i bisacquinesi Monsignor
Pasquale Bacile e Monsignor Giuseppe Petralia, divenuti poi vescovi. Assieme
allo studio e alla preghiera ci sono dei momenti ricreativi come il gioco al
calcio.
Tra gli incarichi che gli
vengono affidati in seminario, vi è quello di cerimoniere e in alcune
celebrazioni di cerimoniere della cattedrale, per le sue attitudini all’ordine,
alla puntualità e alla precisione.
Nel 1960, a seguito di
una partita di calcio giocata a San Martino delle Scale, subisce un serio
infortunio che gli causa la rottura del menisco.
Il 13 agosto del 1961, riceve
l’ordinazione sacerdotale da Monsignor Corrado Mingo, nella Chiesa Madre di
Bisacquino. Si tratta della prima ordinazione in arcidiocesi del nuovo
arcivescovo, insediatosi il 29 giugno. Il 13 di agosto, è una data particolare
per la gente di Bisacquino, in quanto è l’antivigilia della festa in onore alla
Madonna del Balzo.
Nel mese di settembre,
gli viene assegnata la prima destinazione, Chiesa Madre di Terrasini; vice
parroco di Monsignor Antonino Finazzo.
Terrasini sorge
nell’incantevole Golfo di Castellamare, da cui ne deriva il nome. Terrasini
come tutti i posti di mare è composto da numerosi pescatori. Spesso viene
invitato a partecipare a delle pesche in barca.
Nel mese di settembre del
1962, è nominato vice parroco della parrocchia matrice San Martino di Corleone,
guidata dal Decano Emanuele Catarinicchia, poi vescovo e in complemento,
parroco di Borgo Schirò. A Corleone, comincia la sua missione, dai giovani
dell’Azione Cattolica, recuperando alcuni locali della parrocchia. La sua
azione pastorale, rende partecipi, quasi tutti i ragazzi del paese,
coinvolgendoli in gare sportive come il calcio. Convinto assertore che lo sport
potesse svolgere un ruolo fondamentale nell’educazione dei giovani.
Nella provincia di
Palermo è in corso la prima guerra di mafia, per questo il giornalista della
Rai Gianni Bisiach, nel marzo del 1962, si reca a Corleone, per fare delle
riprese.
Nel settembre del 1966,
viene nominato vice parroco della parrocchia Matrice di Bisacquino, guidata dal
fratello Calogero. Inoltre, continua ad essere parroco di Borgo Schirò. Insegna
religione all’Istituto Agrario di Bisacquino.
In questo periodo
cominciano le emigrazioni della popolazione locale, nel nord Europa, di più i
Bisacquinesi vanno a vivere in Germania, in Svizzera e in Francia. Altri nel
nord Italia.
A Bisacquino il fratello Calogero nel
1964, aveva fondato un istituto pubblico superiore agrario G. P. Ballatore e nel 1965, un altro
istituto pubblico superiore di ragioneria.
Bisacquino è un paese povero, per
studiare alle scuole superiori, bisogna andare a Palermo, con dei costi, che la
maggioranza delle famiglie non può sostenere.
Nel 1967, si iscrive,
all’unione nazionale italiana trasporto ammalati a Lourdes UNITALSI,
accompagnando, in alcuni pellegrinaggi, degli ammalati siciliani, anche
bisacquinesi, a Lourdes. In questo periodo si ordina sacerdote il primo cugino
Calogero Giovinco.
Nel 1968 hanno inizio i
lavori di costruzione dell’edificio scolastico dell’istituto Agrario, in
contrada Crocilla.
Nel mese di gennaio del
1968, un sisma di notevole intensità, provoca il crollo di alcuni paesi nella
valle del Belice, con tante vittime. A Bisacquino vi sono solo dei danni
materiali, come quelli subiti dalla Chiesa Madre; per cui viene chiusa al culto.
Il 22 ottobre 1970, consegue
la licenza in Sacra Teologia alla Pontificia Università Lateranense di Roma. In
questo stesso anno muore il padre Giuseppe.
Nel mese di settembre dell’anno
1971, è promotore della fondazione di una squadra di calcio a Bisacquino, che viene
iscritta al campionato federale, iniziando dalla terza categoria. Sede della
squadra è il circolo di Azione Cattolica. Per la squadra indica il nome di
Unione sportiva bisacquinese Valerio Bacigalupo, in ricordo del portiere del
Torino, morto insieme all’intera squadra, nella tragedia di Superga del 4
maggio 1949, per un incidente aereo. Il Torino del 1949, fu proclamato campione
d’Italia, mancando quattro giornate dalla fine del campionato, in quanto era
capolista, pur non avendo ancora la certezza matematica del titolo. Gli
avversari di turno, così come la stessa squadra granata, schierarono le
formazioni giovanili nelle restanti partite.
La unione sportiva bisacquinese
negli anni successivi raggiunse la promozione in seconda categoria. Si crearono
anche delle squadre minori, come la squadra primavera e quella Juniores a
supporto. Dei calciatori che si susseguirono nel corso degli anni, un buon
numero divennero insegnanti di educazione fisica. I calciatori non ricevevano
alcuno stipendio, giocavano per il merito. Sempre in quegli anni, organizza, i
giochi olimpici della gioventù, con le più importanti discipline sportive, a
seguito di un finanziamento del Coni. La fiamma olimpica venne accesa in cima
alla fontana della piazza. Vennero coinvolti tutti i ragazzi del paese, divisi
in quartieri, anche i piccoli parteciparono a dei tornei di calcio, che si
svolsero al campo sportivo Crocilla.
Sono gli anni in cui in
paese vi è anche una ripresa economica, cominciano ad arrivare nelle case i
primi elettrodomestici. Adesso la televisione comincia ad essere accessibile a
tutti.
Nel 1973 il fratello Calogero fonda la Pro Loco di Bisacquino, coadiuvato dall'Avvocato Lorenzo Alesci e da altri cittadini.
Il 7 di luglio del 1974,
muore il fratello maggiore Antonino, all’età di cinquantadue anni, sposato con
Maria Assunta Scaturro e che ha due figli Giuseppe e Saverio.
Sempre nel 1974 si
espongono al circolo cattolico, dei progetti elaborati dai tecnici del Coni, in
quanto si vuole realizzare una cittadella dello sport in contrada Catrini, con
numerosi impianti sportivi; ma probabilmente, per la malattia che alcuni mesi
dopo, riguarderà il decano Calogero Di Vincenti, la cittadella non viene
realizzata.
Nel 1975 Don Calogero Di Vincenti pubblica il libro Canti Popolari Bisacquinesi.
Il 23 febbraio del 1977,
muore di sera, per un infarto, all’età di cinquantadue anni, il decano don
Calogero Di Vincenti.
Il 23 ottobre del 1977,
don Lino Di Vincenti è nominato Decano – Arciprete di Bisacquino, con la celebrazione
di nomina, che si svolge nella chiesa della Madonna del Carmine, presieduta dall’Arcivescovo
Monsignor Corrado Mingo.
Il giorno 11 marzo 1978, Monsignor
Corrado Mingo, lascia la guida dell’arcidiocesi di Monreale, per raggiunti
limiti di età, al suo posto viene nominato Monsignor Salvatore Cassisa.
Il fratello Calogero, era
riuscito ad ottenere un contributo dallo Stato per mettere in sicurezza la
chiesa madre, ma i lavori erano bloccati, in quanto le colonne realizzate in
cemento armato dai tecnici, dovevano essere di dimensioni minori secondo la
Soprintendenza. Superata questa inconvenienza, dopo i lavori di ripristino, il
1° maggio del 1980, fu possibile riaprire la chiesa al culto, con una cerimonia
religiosa. Il tre maggio successivo, dopo dodici anni di assenza, si svolse la
processione del Crocifisso, con l’uscita della Vara e di altre trentuno statue.
Il 18 maggio del 1980
morì, Monsignor Corrado Mingo, era stato a Bisacquino sia per il primo maggio,
così anche per la festa del tre maggio, celebrando la messa di mezzogiorno.
Nell’anno 1977, il decano
don Lino Di Vincenti è nominato dal provveditore agli studi di Palermo,
fiduciario dell’Istituto tecnico commerciale; quando nel 1978, l’istituto diventa
autonomo dal Francesco Ferrara di Palermo, vi esercita l’incarico di vice
preside e di insegnante di religione, sino al 2001. Per la scuola spende le
migliori energie, è una creatura quasi sua, per averla ereditata dal fratello
Calogero, cui era profondamente legato. Tanti gli obiettivi raggiunti di
concerto con gli altri responsabili della scuola, in particolare con il preside
Pasquale Oddo, come l’istituzione di un istituto per geometri con una sede
anche a Prizzi e in seguito la realizzazione di un istituto comprensivo con vari
indirizzi: Tecnico Commerciale, Agrario con sede anche a Corleone, Geometra,
Alberghiero e linguistico dedicato a Don Calogero Di Vincenti. Il 6 aprile del
1995, viene inaugurato il nuovo edificio scolastico in via Salerno, progettato dalla
scuola, realizzato con i finanziamenti pubblici. Istituisce una borsa di studio
per la scuola, che dedica al fratello Calogero. Dona insieme alla famiglia dei
mobili, in legno, di pregio per la presidenza. Quasi ogni anno, accompagna gli
studenti nelle gite scolastiche di fine anno.
Nel 1982 è il promotore e
il presidente di una cooperativa per la costruzione di ventotto alloggi in
contrada Serronello, con i fondi regionali a credito agevolato. Dopo alcuni
anni i lavori sono ultimati, vi abitano circa cento persone. Il 22 febbraio del
2015, a causa di una frana, dieci alloggi subiscono dei seri danni, tra questi
anche il suo, per questo dalle autorità competenti è firmata una ordinanza di
sgombero. I lavori di ripristino saranno ultimati il 19 giugno dell’anno 2020.
Nel 1982 istituisce la
congregazione femminile dell’Addolorata, seguiranno la congregazione femminile
Maria Santissima delle Grazie, quella delle Sacramentine, la congregazione femminile
Maria Santissima del Balzo e Santa Rosalia e la congregazione maschile Maria
Santissima del Balzo e San Luigi. La costituzione di queste nuove
congregazioni, che superano, alcune più di cento congregati, assieme a quelle
già esistenti, garantiscono che in ogni chiesa della parrocchia, vi sia
un’associazione che si adoperi sia per mantenerla in buono stato, sia perché
possa essere luogo di incontro quotidiano. Con le congregazioni femminile e
maschile di San Francesco di Paola organizza due pellegrinaggi nella città di
Paola in Calabria.
Frequenta, quasi,
giornalmente, il circolo di azione cattolica in piazza Triona, fondato dal
fratello Calogero e da lui adesso guidato, composto in prevalenza da adulti. La
domenica pomeriggio spiega i passi del vangelo del giorno. Tutti i rami
dell’Azione Cattolica hanno dei tesserati. I giovani del circolo, sono allo
stesso tempo partecipi, delle trasmissioni alla Radio Monte Triona, fondata il
13 dicembre del 1976 dal fratello Calogero, al Santuario della Madonna del
Balzo. La radio verrà chiusa nel 1990.
Particolare attenzione
dedica alle tradizioni religiose, in questa direzione va, l’istituzione della
processione del Corpus Domini, anche nei quartieri Crocilla e Grazia.
Nel 1986 fonda,
una casa di riposo per anziani, ancora in attività, poiché non ve ne erano in
paese, alla quale dà il nome di Opera Pia Madonna delle Grazie, con sede nel
convento della Madonna Grazie, in Corso Umberto, al civico 55; ospiterà,
generalmente. più di venti anziani; assistiti dalle suore dell’ordine Madre
Teresa Cortimiglia e di personale del posto. Grazie a dei finanziamenti
pubblici, i locali del convento, donati circa cento anni prima dal decano
Giovanni Scavotto, vengono ristrutturati.
Nel mese di gennaio
del 1987, Monsignor Salvatore Cassisa, su invito dei sacerdoti bisacquinesi, Ignazio
Pizzitola, Lino Di Vincenti, Vincenzo Spata, Nicolò Lo Voi e Gaetano Milazzo
apre la Causa di Beatificazione e Canonizzazione di Monsignor Giovanni Bacile. Il giorno 3 febbraio del 2015, il
decano Giovanni Bacile viene proclamato venerabile da papa Francesco; Monsignor Giovanni
Bacile fu un sacerdote, che
si distinse per povertà, per integrità morale e perché dedicò la sua vita per
le necessità dei poveri del paese, che allora erano tanti.
Nella notte del
28 dicembre del 1988, don Lino Di Vincenti ha un infarto, per cui occorrerà
un’operazione chirurgica al cuore, con 4 by pass, in un ospedale di Catania.
Il 27 dicembre
del 1990, muore il fratello Luigi, sposato con Dorangricchia Giorgia, ha due
figli, Giuseppe e Francesca.
Il 24 agosto del 1980 viene inaugurata una porta di
bronzo al Santuario, autore dell’opera è l’architetto Giuseppe Marino, benefattori
sono dei bisacquinesi emigrati in Venezuela: Pasquale Rogato, Antonino
Palmieri, Francesco Noto, Saverio Bacile, Francesco Bacile, Francesco Ceravolo,
Michele Reina, Giuseppe Reina, Antonino Zito, Saverio Di Giorgio, Giuseppe
Porcarello, Calogero Verde e Mario Gucciardi.
L’otto agosto
1987, viene inaugurata una seconda porta di bronzo al Santuario, opera
dell’architetto Giuseppe Marino; a farne dono sono i coniugi Venezia Giuseppe e
Paneduro Concetta e le figlie Rosaria e Maria.
Grazie ad una legge che uscì nell’anno 2000, che prese appunto il nome il nome di Agenda 2000, procedette a fare realizzare dei progetti, per dei lavori di rafforzamento delle fondamenta, di ripristino, di conservazione e di abbellimento del Santuario. Il progetto venne approvato grazie all’intervento dell’Onorevole Nicolò Nicolosi. Inoltre la famiglia di Giuseppe Margiotta (metis) donò il portone in ferro battuto dell’ingresso del convento.
Il 16 novembre
del 1992, morì, frate Antonio Ferlisi, che per 56 anni aveva vissuto da eremita
al Santuario, facendo voto di povertà. Conosciuto come il santo frate dei
bisacquinesi. Sempre nel 1992 don Lino Di Vincenti scrisse un libro dal titolo
Maria Santissima del Balzo.
Nell’anno
2003/2004 si restaurano le tre tele dell’altare centrale del Santuario della
Madonna del Balzo, progetto promosso dal Rotary Club di Corleone, che finanzia
il restauro della tela maggiore, quella detta del “miracolo”; per quanto
riguarda le due tele laterali, il restauro viene finanziato dalla professoressa
Maria Concetta Scaduto, moglie del Dottor Giuseppe Baldanza e dai figli
Mariella e Rosario. Successivamente la famiglia Baldanza, finanzierà il
restauro delle tele laterali, quella della Madonna col Bambino ed i Re magi e
quella di Santa Rosalia. Inoltre il dipinto raffigurante San Luigi Gonzaga e
San Gaetano da Thiene e di Sant’Ignazio da Loyola. Per l’occasione viene
pubblicato il libro di Antonio Giuseppe Marchese dal titolo: I dipinti settecenteschi della Madonna del
Balzo. Studi e restauri in memoriam di Giuseppe Baldanza (1920 – 2007). Nel
mese di agosto del 2009, viene collocato nella Chiesa del Santuario della
Madonna del Balzo, restaurato con fondi della CEI, del Santuario e dei
fedeli, l’organo a canne realizzato da Pietro Lungaro nel 1858.
Istituisce una borsa di studio per il Seminario che dedica al fratello Calogero.
Don Lino Di Vincenti quasi ogni anno organizza dei
pellegrinaggi mariani, coinvolgendo ogni anno circa cinquanta bisacquinesi
delle varie fasce della popolazione. Di più nei santuari di Lourdes e di
Loreto.
Il 26 giugno del 1997, nel centenario della morte, per sua iniziativa, la tomba del decano Giovanni Scavotto, è abbellita da splendidi marmi in granito di colore grigio. Stimato dai bisacquinesi, per volontà della gente comune, era stato sepolto al primo posto del cimitero. Per sua volontà nella nuda terra.
Il 10 agosto
del 1997 si inaugura in Matrice, finanziato dal distretto scolastico 11/49 di Corleone,
l’archivio storico della parrocchia, ordinato dal professore Giuseppe Schirò,
con documenti a partire dal 1552. Per l’occasione viene pubblicato un opuscolo
dal titolo: L’archivio storico della parrocchia matrice “San Giovanni Battista”
di Bisacquino a cura del decano don Lino Di Vincenti.
Il
30 novembre del 1997 nel 350° anno, della bolla di costituzione, si
ricostituisce il Capitolo della Collegiata San Giovanni Battista con sede nella
Chiesa Madre, si insedierà, il 3 maggio del 2001, approvato dall’ Arcivescovo
di Monreale Mons. Pio Vittorio Vigo, su indicazione del vicario generale
Monsignor Vincenzo Noto.
Nel 2007, vengono
restaurati, il dipinto dell’altare maggiore della Chiesa Madre, Madonna del
Paradiso di Gioacchino Martorana e quello dell’ingresso con la Madonna e San
Gaetano, entrambi della seconda metà del 1700.
Il 23
febbraio del 2008, si termina il restauro, dell’organo a canne della Chiesa
Madre di Bisacquino, realizzato tra il 1861 e il 1877 da Antonino Ragonese. Il
restauro viene eseguito, per volontà del Vice Presidente della provincia
Giuseppe Colca. Sempre a cura della provincia regionale di Palermo e
pubblicato il volume dal titolo: Il restauro dell’organo storico della Chiesa
San Giovanni Battista in Bisacquino a cura di Rosa Di Liberto e Maurizio
Rotolo.
Il
23 febbraio 2009 viene presentato nella Chiesa Madre di Bisacquino, il volume
del Dottore Antonio Giuseppe Marchese, La Chiesa Madre di Bisacquino - Artisti,
maestranze e committenti dal Cinquecento al Settecento, con prefazione di Piero
Longo e Don Pasquale Di Vincenti. Patrocinato dall’Arcipretura San Giovanni
Battista.
Nel
2002, la famiglia Di Vincenti fa costruire a sue spese, un altare in marmo
bianco pregiato, costruito dalla ditta Calcara di Campofiorito che dona alla
chiesa madre.
Il
18 ottobre del 2003, è nominato da Monsignor Cataldo Naro, Vicario della
forania di Bisacquino.
Nel
mese di ottobre del 2012, all’età di settantasei anni, lascia la guida
dell’arcipretura San Giovanni Battista, rimanendo rettore della Chiesa Madonna
delle Grazia. In questa occasione, dona alle famiglie del paese il libro del
dottore Giuseppe Marchese sulla Chiesa Madre. Nella chiesa della Madonna delle
Grazie, a sue spese fa collocare un impianto elettrico per l’uso delle campane.
Muore la notte del dodici febbraio dell’anno 2020. I funerali si svolgono il giorno successivo in Chiesa Madre, celebrati da Monsignor Michele Pennisi, Arcivescovo di Monreale e vengono trasmessi in diretta da Radio Antenna Bisacquino. Vi partecipano più di tremila persone. I discorsi ufficiali sono tenuti dal sindaco di Bisacquino professore Tommaso di Giorgio, dall’arciprete decano di Bisacquino Monsignor Rosario Bacile, dal vice preside dell’Istituto Comprensivo Don Calogero Di Vincenti professore Francesco Maniscalco, dal professore Salvatore Caronna responsabile delle congregazioni del paese, dalla corista Marisa Mansella della schola cantorum della parrocchia e dal nipote Giuseppe Di Vincenti. Il corteo, si muove dalla piazza Triona accompagnato dal corpo bandistico città di Bisacquino che esegue la marcia funebre di Friderick Chopin.