Decano Don Calogero Di Vincenti




Il Decano don Calogero Di Vincenti nacque a Bisacquino il 6 febbraio 1925 da umile e sana famiglia di lavoratori che lo educò moralmente e religiosamente e che coltivò con amore la sua primaria vocazione al sacerdozio. Sin da bambino, fu simpatico alla gente, oltre per il suo carattere socievole, per la passione alla vita religiosa, tanto che un artigiano del tempo, visto il suo affetto per gli oggetti religiosi, gli regalò un piccolo modellino in legno della Vara, una grande cappella in legno scolpito, custodita nella Chiesa Madre di Bisacquino. Dopo gli studi elementari svolti nel paese natio, frequentò le prime tre classi del ginnasio presso l’Istituto Guido Baccelli di Corleone e nel settembre del 1939 entrò nel seminario Arcivescovile di Monreale, dove si distinse per gli studi classici prima e per quelli teologici successivamente, accompagnando le sue acquisizioni e le sue intuizioni con tale entusiasmo che ne infiammava profondamente tutti i seminaristi. Da segnalare ed apprezzare in questo periodo i sacrifici del padre Giuseppe che, per l’amore affinché il figlio realizzasse il suo sogno, viaggiava ogni due settimane, con un carro trasportato da un mulo da Bisacquino a Monreale per andare al Seminario. Occorrevano due giorni di viaggio e la strada che si doveva percorrere era infierita da anofele della malaria; inoltre in quei periodi di carestie queste strade solitarie erano battute da banditi che rubavano e saccheggiavano senza alcuna pietà. Da sempre il decano don Calogero Di Vincenti nutrì grande ammirazione e seguì la scia di Monsignor Giovanni Bacile allora decano – arciprete di Bisacquino; e questi coltivò le sue doti di apostolo fervente e lo stimò per la fermezza del carattere e per l’apertura sempre generosa al sociale. Ordinato sacerdote il giorno 4 aprile 1948 a Monreale dall’Arcivescovo Mons. Eugenio Filippi, celebrò a Bisacquino la sua prima messa una settimana dopo, in un tripudio di folla osannante. Subito dopo fu nominato vice – parroco della Chiesa Madre di Cinisi, dove fece la sua prima esperienza pastorale sino all’ottobre del 1949. Dal 1° novembre 1949, costituitasi in Montelepre la nuova  parrocchia di Santa Rosalia, ne fu il primo parroco, in tempi veramente calamitosi, poiché era stato imposto il coprifuoco da parte dello Stato Italiano contro la banda di Salvatore Giuliano. Per circa tre anni fu il sostegno vigoroso e il rifugio delle speranze dei poveri, dei sofferenti, di quanta l’umana tragedia colpiva con lutti e rovine. Attirò a se le nuove generazioni che educò nelle organizzazioni cattoliche al culto della verità ed alla pratica dell’amore al prossimo ed alla pace cristiana. Il 23 marzo 1952 fu nominato decano – arciprete della Chiesa Madre “San Giovanni Battista” di Bisacquino, dove spese per venticinque anni, sino alla morte, tutte le sue energie per la Chiesa e per il popolo. Aperto alle esigenze dei giovani e della comunità sollecitò da vero protagonista le amministrazioni comunali della zona e gli organi provinciali e nazionali per l’istituzione in loco di un Istituto Superiore Tecnico Commerciale e successivamente per aprire nuove possibilità di studio ai giovani di Bisacquino ed a quelli dei paesi vicini fece istituire un Istituto Professionale di Stato per l’Agricoltura G. P. Ballatore. All’atto dell’istituzione di questi due istituti fu nominato prima in uno e poi in un altro fiduciario ed insegnante di religione. Nella sua opera di assistenza ai giovani, in mezzo ai quali spendeva larga parte della sua giornata, li educò con il suo franco e leale sorriso alla gioia ed alla verità. Per lunghi anni fu rettore del Santuario della Madonna del Balzo. Fu vivace assertore della necessità di una strada di collegamento tra Bisacquino e il Santuario e del ripristino della vecchia “Via Sacra”, per questa opera lavorò con solerzia e pazienza sino ad ottenere dai competenti organi regionali finanziamenti e realizzazioni. Si deve a lui se il devoto a piedi scalzi, per voto, può oggi raggiungere il Santuario e sempre a lui si deve se le automobili possono avere accesso sino alla porta del Santuario. Tutto ciò solo per genuino spirito di servizio alla comunità, come egli ispirava continuamente. Grande impegno e costante lavoro dedicò all’Azione Cattolica, specie quella giovanile, la cui attività affiancava con campeggi e gite. Scopritore e formatore delle vocazioni religiose, avviò al Seminario numerosi giovani che oggi sono già sacerdoti, tra i quali il fratello Lino e il cugino Calogero. Fu sempre instancabile oratore sociale. E’ memorabile il suo impegno nel sollecitare gli Amministratori Comunali del Corleonese per l’inclusione dei Comuni della zona nella legge di finanziamento della ricostruzione delle case danneggiate dal terremoto del 1968. E la legge venne. Al turismo locale diede vigoroso impulso ottenendo con paziente tenacia la costituzione di una Pro Loco che assistette per diversi anni con consigli, con spirito di organizzazione e con appoggi morali e materiali, ripristinando forme tradizionali di folclore già dimenticate. Si preoccupò della restaurazione della Chiesa Madre, gravemente danneggiata dal terremoto del 1968, ma la morte lo colse prima che i frutti del suo lavoro potessero essere colti. Anni prima aveva realizzato la traslazione della salma del venerato Monsignor Giovanni Bacile nella Chiesa Madre predisponendo uno splendido sarcofago di pregiati marmi. Alla fine del 1976 aveva realizzato il sogno dell’installazione di una radio libera al Santuario della Madonna del Balzo con il nome di Radio Monte Triona. Alle ore 16 del 23 febbraio 1977 aveva tenuto una rubrica religiosa alla radio del Santuario; subito dopo venne portato a casa con evidenti segni di affaticamento. Due ore dopo intorno alle ore 19.00, lo colse la morte all’età di cinquantadue anni. Lasciò in tutta la comunità il vivo ricordo con unanime rimpianto.   




Cerca nel blog