La Neve a Bisacquino




Santo Cancelliere, provvisto di un bottiglione, si stava recando a piedi nel quartiere Montonello, perché ci aveva una stalla, dove ci teneva una botte con il vino. In strada, c’erano un dieci persone, tra cui Pietro Fiume che gli dava un passaggio con il suo carretto attrezzato con un mulo, intanto che cercava di districarsi nell’asfalto gelido. Sul carretto, i due si riparavano alla meglio con delle mante e nel mentre che nevicava, attraversavano con il carretto la piazza Scavotto poi la Via Santa Lucia ed infine la Via Roma. In questa via, per pochi minuti, nei pressi della Salita Segretario, Pietro Fiume fermava il carretto, per fare passare il capraio Filippo Guardacoste che con suo cugino Onofrio Cucina, accompagnavano, ad occhio, una cinquantina di capre, dalla mannara della Via Montagna agli stalloni della Pirrera.
Aveva nevicato tutta la notte e Santo Cancelliere osservava dal carretto, che la neve finanche copriva i terreni a valle lungo il fiume Bruca, che si trovavano vicino il feudo di Tarucco, un velo bianco, continuo, si perdeva tra i monti di Santa Maria. Sul carretto, Pietro Fiume commentava quel giorno con la neve e si discuteva del fatto che nella discesa della Piazza Triona era facile poter scivolare per il carretto, potendosi andare a tenere fino a davanti al fondaco di Pietro Ringhiera. Per questo, il carretto, arrivava, con non poche difficoltà nella piazza andandosi a posteggiare vicino al carretto di mastro Salvatore Veccia. Quel giorno, nella piazza c’erano tante persone, alcune, erano coperte con delle mantelle, altri con dei paltò, diversi con degli scialli, perché, c’era un freddo da neve. La piazza, era una tipica piazza siciliana, con tanti venditori, per questo, Pietro Fiume vi comprò castagne calde e fave abbrustolite, perché a quei tempi si aggigliava dal freddo. Il carretto di Pietro Fiume, riprendendo la sua corsa, superata la casa di Esposito Spuntone, da dove si diramavano tre strade, attraversava ora l’arco dei Bruno e puntava diritto verso la stalla del vaccaio Michele Riposto. Santo Cancelliere, che era sul carretto, intanto, si accorgeva che sotto l’arco di San Vito si stava riparando dalla neve Gaetana Principale. Santo Cancelliere, quella mattina era equipaggiato con scarponi, per questo non sapeva se andarsi a presentare, comunque, Santo Cancelliere che non era sposato, se ne fregò di andare a prendere il vino, lasciò il bottiglione sul carretto a Pietro Fiume e si andò a dichiarare a Gaetana Principale che era signorina, nevicava buono. 
Frattanto, Pietro Fiume dava col carretto un passaggio a Luigi Sarraco, che aveva perso una capra all’alba. La capra sicuramente si era smarrita nella zona della Villa e Luigi Sarraco pensava che se non la trovava era costretto ad andare dal banditore del paese per divulgare l’episodio. Luigi Sarraco per questo scese nella zona dove viveva il banditore Salvatore Lista. Il carretto prosegui con Pietro Fiume verso il quartiere di Sant’Antonio. 
Il banditore del paese, Salvatore Lista, lo stesso giorno abbanniò nella Piazza Triona che s’era persa la capra di Luigi Sarraco e qui ci fu una risata generale da parte dei presenti, perché, Luigi Sarraco non era la prima volta che sbagliava a contare le capre e ne lasciava qualcuna per il violo. 
Comunque, in quello stesso giorno Santo Cancelliere, dopo l’esito positivo della dichiarazione andò a parlare con il padre di Gaetana Principale per spiegare il matrimonio.
Oggi e l’anno si maritarono, testimoni di matrimonio per lo sposo furono Pietro Fiume e Luigi Sarraco. 
Per quanto riguarda la capra circola in paese voce che fu venduta alla fiera di Ribera.

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